lunedì 8 settembre 2014

LA BOTTEGA DEL MACELLAIO

 
ANNIBALE CARRACCI: LA BOTTEGA DEL MACELLAIO, 1582-1583, Christ Churc ad Oxford.

La macelleria di Annibale si rifà alle scene con il Sacrificio di Noè raffigurate da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina e da Raffaello nelle Logge del Palazzo Apostolico. Opere che Annibale, pur non avendone conoscenza diretta (essendo ancora lontano il suo soggiorno a Roma), ben poteva conoscere tramite incisioni da esse tratte.

L’assonanza tra alcune figure della Macelleria di Annibale e quelle delle scene dedicate a Noè da Michelangelo e Raffaello è evidente, come per il macellaio in ginocchio, al centro della composizione, che si accinge a sgozzare un capretto, ripresa della figura raffaellesca che sta compiendo la medesima azione. Anche il macellaio, in piedi al centro, davanti al banco, ha una posizione simile a quella di Noè, dietro l’altare, nell’affresco di Michelangelo.
Annibale, nella raffigurazione dei macellai, omette ogni elemento di trivialità, o di greve comicità, non di rado riscontrabili nei dipinti di genere dedicati alla raffigurazione di mestieri umili; al contrario egli descrive con assoluta chiarezza e spregiudicata verosimiglianza – quasi documentaristica – le attività che si svolgono in una macelleria. Invero, i beccai di Annibale non hanno nulla di volgare, pur trattandosi di un mestiere all’epoca ritenuto sgradevole: anzi essi sono pieni della dignità loro conferita da un lavoro alacre e faticoso. Da vita a una rappresentazione realistica data dalla spontaneità e credibilità dei gesti dei beccai intenti nei loro compiti.
Anche sul piano compositivo la Grande macelleria ha degli importanti elementi di originalità: i bottegai all’opera sono raffigurati a figura intera – mentre molte delle composizioni di genere di analogo soggetto preferiscono la mezza figura – e sono disposti ordinatamente nell’ampio spazio della bottega (che Annibale raffigura dall’interno). Elemento che il Carracci ha mutuato dagli affreschi vaticani di Michelangelo e Raffaello cui si è ispirato anche per la disposizione degli astanti nello spazio.

Nel dipinto di Oxford, inoltre, vi è equilibrio tra i protagonisti umani della scena e le vivande (in questo caso la carne), mentre, nelle composizioni di genere pur prossime alla tela carraccesca, queste ultime tendono ad assumere un ruolo dominante: è la capacità del pittore di riprodurle con realismo e in grande varietà e quantità, l’effetto ricercato. Nella Macelleria di Annibale, diversamente, il fulcro del dipinto non è tanto la raffigurazione della merce esposta in bottega (per quanto l’opera eccella anche in questo senso), quanto piuttosto il lavoro dell’uomo.

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